2000 LAVORATORI DEL SETTORE PESCA A RISCHIO PER IL CARO ENERGIA NELLA NOSTRA REGIONE

Associazioni di categoria e sindacati insieme a sostegno dei pescatori veneti e italiani
Le associazioni di categoria e i sindacati fanno fronte comune per sostenere i pescatori italiani allo stremo per colpa dell’aumento del costo del gasolio.
In un incontro con il sottosegretario Francesco Battistoni, Alleanza delle Cooperative Italiane Pesca, Coldiretti, Federpesca e Fai Cisl, Flai Cgil e Uilapesca hanno condiviso la stessa linea di richieste al governo.
“Siamo molto preoccupati – dichiarano – per le sorti di imprese e lavoratori. Per affrontare una emergenza come questa occorrono interventi urgenti e mirati. Per questo nelle scorse settimane avevamo condiviso una piattaforma inviata al Governo per affrontare la crisi del settore della pesca, duramente provato dalla situazione internazionale. Il Sottosegretario ha ascoltato il settore facendosi carico delle istanze e della necessità di velocizzare procedure e tempi di erogazione delle risorse individuate. Tra le principali questioni poste e accolte dal Ministero c’è il credito d’imposta: previsto per il primo trimestre 2022, sarà operativo nei prossimi giorni perché sono in arrivo i codici di compensazione. È stato inoltre messo a punto un emendamento che preveda la sua estensione anche al secondo trimestre 2022. E ancora: al Consiglio dei ministri europei della pesca, in programma nei prossimi giorni a Bruxelles, il Governo italiano sosterrà la necessità di inserire fra le cause del cosiddetto “fermo bellico” anche le marinerie del Mediterraneo, inizialmente escluse dalla proposta della Commissione europea. E’ anche in arrivo il decreto ministeriale che stanzia 20 milioni di euro per fronteggiare il caro energia: entro pochi giorni si apriranno le procedure per presentare le istanze di contribuzione. Sul welfare, invece, è stata ribadita la necessità di uno sforzo maggiore per la messa a punto di un sistema di norme che consentano la piena applicazione della CISOA. Fondamentale l’azione correttiva cui è chiamato il Mipaaf per far comprendere al Ministero del Lavoro le particolarità del nostro settore.
Faremo poi pressione su MEF e Agenzia delle Entrate affinché si possa verificare la praticabilità di un’eventuale proroga delle scadenze fiscali, di uno strumento per il sostegno al reddito dei pescatori che vedono le proprie buste paga investite direttamente dal caro gasolio; sull’erogazione immediata dell’indennità di fermo pesca del 2021.
Tra le altre cose, le associazioni e i sindacati hanno chiesto e ottenuto che il tavolo di crisi aperto con il Ministero resti permanentemente istituito al fine di monitorare la situazione e verificare l’impegno assunto. La prossima riunione è stata infatti programmata tra 10 giorni. I firmatari del documento auspicano che entro quella data molte delle richieste vengano accolte, cosicché le imprese possano continuare a lavorare producendo reddito anziché perdite, salvaguardando e garantendo gli attuali livelli occupazionali”.
“Stiamo parlando di un settore – conclude Giosué Mattei, segretario generale Flai Cgil Veneto – che nella nostra Regione conta 400 imbarcazioni, che operano nelle marinerie di Caorle e Chioggia (in provincia di Venezia) e di Pila (in provincia di Rovigo). Gli addetti sono un migliaio, se si considera l’indotto arriviamo a 2000 lavoratori. I costi del carburante incidono per il 70% su ciascuna imbarcazione. Se non si interviene subito e in maniera efficace, gli operatori (già in ginocchio per cause endemiche) rischiano di essere definitivamente piegati dal caro energia. Non abbiamo nessuna intenzione di lasciare soli i lavoratori e le loro famiglie”.